Incontro alla Casa della Partecipazione.

Proseguono gli incontri per la raccolta di foto, storie e la costruzione di miti sul quartiere e la creazione di cartoline.

27 giugno 2010

Il Fornaio, "Cannolicchio" e i San Lorenzini


                                            

Un tempo a San Lorenzo quando si era fortunati c'era l'opportunità di mangiare qualcosa cotta al forno, un lusso che non era possibile concedersi utilizzando la cucina di casa.
Si ricorreva ai fornai che la domenica raccoglievano la fila degli abitanti che per mezza lira, nel forno utilizzato giornalmente per le ciriole ( tipica pagnotta romana ) facevano cuocere le pietanze portate da casa che poi era inevitabile scambiarsi, traditi dall'aroma, una volta ritornati nei palazzi.
I forni del quartiere offrivano così un insolito servizio alla comunità di San Lorenzo.
Il pane era una merce ambita, necessario per sopravvivere alla fame ed un elemento importante della cultura popolare.
Il miglior forno di San Lorenzo era quello degli Ottavi su Via Tiburtina.
 Il Fornaio era un personaggio alla stesso tempo indispensabile e avversato.
Il celebre detto figlio di un fornaio ci dice qualcosa.
Si ricorda di un fortunato episodio di rovesciamento, non sappiamo quanto casuale, della bicicletta del garzone del fornaio: Cannolicchio, cosi si chiamava, cadde ma il pane non corse il rischio di sporcarsi vista la celerità con la quale i san Lorenzini lo raccolsero.
Il Fornaio, dal canto suo, non era persona meno accorta: aveva ideato una cirioletta di piombo ed istruiva accuratamente il garzone su come utilizzarla a mestiere nel momento dalla pesatura del pane.
Al garzone del pizzicarolo non toccava sorte più onesta: le merci e i generi alimentari si vendevano sfusi e tra una busta e quello che rimaneva dentro al macinino si faceva la cresta sul peso.
Da una parte “si rubava per il padrone e dall'altra si era tutti un po' commmercianti nel quartiere”: l'altra faccia della medaglia di una comunità unita dalla fame era rappresentata da piccole furberie tra poveri ma anche da vera e propria malavita.
San Lorenzo oggi è invece un quartiere cambiato grazie all' intutito per gli  affari di chi lo abita,  un quartiere che rende e che non soffre più la fame e la miseria.
La rendita però sembra essere divenuta l'unica legge a prescindere dalle differenti esigenze di chi vive il quartiere.
San Lorenzo non soffre più la fame e nonostante lo stomaco pieno sembra rimanere un vuoto.
La vista pare appannarsi, fumano le orecchie, quando si pensa alla movida: difficile recuperare memoria del passato che ci permetta un punto di vista lucido sul presente così da inventarci qualcosa che possa cambiare la situazione.
Eppure la nostalgia per i tempi della baruffa tra cannolicchio ed i San Lorenzini fa si che ci stiamo stretti rapporti anonimi altrove potrebbero pure non inquietarci più di tanto: non ci accontentiamo del buon giorno e della buona sera, cerchiamo qualcosa di diverso.
Oggi per cosa potrebbero fare la fila i San Lorenzini? Quali pietanze potrebbero preparare? E se fosse possibile cucinarle insieme?

Pensa Percorsi. Inventa San Lorenzo

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