Incontro alla Casa della Partecipazione.

Proseguono gli incontri per la raccolta di foto, storie e la costruzione di miti sul quartiere e la creazione di cartoline.

27 giugno 2010

Vita in comune e ecologia domestica: La Nuova Calma di San Lorenzo


Gli esploratori si muovono, cercano, si incuriosiscono, rischiano ingressi in luoghi che da una parte attraggono e dall' altra evocano pericoli perchè si sente che non ci appartengono.
Così entriamo nelle case e nei cortili delle nostre guide con il dubbio di invadere una sfera privata chepuò ritenersi tale, rifiutando di raccontarsi, di rendersi pubblica.

Stavolta siamo fortunati: troviamo chi è disposto a raccontarcela.
Le case dei San Lorenzini: sono quelle tipiche dell'edilizia popolare costruite dall'istituto Romano Beni stabili tra gli anni 30 e gli anni 40.
Per costruire le fondamenta di un palazzo come quelli di San Lorenzo si doveva scavare.
Le ruspe non esistevano e circa 300 operai, ognuno con una carruzzetta ovvero una caretta di un metro quadrato trainato da un cavallo portavano via la terra.
Su quelle fondamenta con l'aiuto di muratori e ingegnieri si costruirono le case i cui ballatoi e cortili interni affascinano chi oggi ci vive o si si trova ad osservarli.
La vita di convivenza girava attorno a questi edifici.
In fondo ai ballatoi c'era il bagno comune e nel cortile il lavatoio.
In un appartamento stavano famiglie composte fino a 10 persone o più: i bambini dormivano nei cassetti e le bambine in camera con i genitori.
I momenti d'intimità fra coniugi erano garantiti dall'aiuto dell'oratorio.
La distribuzione dell'acqua corrente prevedeva un vero e proprio ciclo per eliminare gli sprechi e ottimizzare l'utilizzo: dai rubinetti uscivano 3 quarti di litro al minuto di acqua regolati dalla Calma
un dispositivo di dosaggio e distribuzione dell'acqua tra i vari appartamenti.
Anche la corrente poteva essere usata entro certo limiti: il Forfè emetteva un cicalino che avvertiva il San Lorenzino che si stava utilizzando troppa acqua simultaneamente.

Per evitare che la dispersione dell'acqua erano previsti appositi dispositivi di raccolta comuni a tutto il condominio.
Se l'acqua liscia annoiava era disponibile l'idrolitina che aggiungeva un pizzico di effervescenza alla normale acqua corrente.
La cucina era costituita dalle fornacelle, predecessori del moderno piano cottura, che funzionavano a legna.
Nell'epoca del problema energetico, della progressiva riduzione delle risorse naturali a diposizione nel pianeta per il barbaro processo di cambiamento delle moderne società incappiamo in qualcosa di inatteso.
Non ci aspettavamo proprio noi esploratori di scoprire dai racconti delle nostre guide come queste abitazioni custodissero un tempo meccanismi di risparmio energetico, ecologia ed conomia domestica tanto avanzati da farci rimanere di stucco come di fronte alle incredibili invenzioni delle antiche civiltà.
Una volta quindi l' energia e le materie necessarie alla sopravvivenza scarseggiavano come oggi anche se diverse erano le cause.
E oggi?
Come si organizzano i condomini composti da giovani studenti fuori sede e tenacissimi San
Lorenzini d'annata?
Quali potrebbero essere la Calma e il Forfè del presente?
Vuoi vedere che si potrebbero inventare nuovi modi comuni di gestione dell' economia e dell'ecologia domestica magari effervescenti come un biccher d'acqua all'idolitina? 
Le nuove conoscenze scientifiche in tema di riciclo e risparmio energetico provenienti dall 'Università che si integrano con l'abitudide e l'esperienza nell' accostare vita privata e vita in comune di chi da una vità passeggia per i ballatoi..

PensaPercorsi! Inventa San Lorenzo!




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