E' un anno che il nostro gruppo, parte di una facoltà di psicologia immersa in un quartiere storico, si è interessato ad essere presente sul territorio in un modo non convenzionale. Abbiamo provato a rompere un assetto ormai consolidato che vincola gli studenti a vivere consumisticamente il quartiere contrapposti agli abitanti storici che “resistono” a questa invasione.
Dopo un anno di incontri tra studenti ed abitanti, fatti in facoltà, nella casa della partecipazione o per strada, abbiamo creato insieme la possibilità di un incontro non bellicoso, tra generazioni diverse, che vogliamo portare avanti anche quest'anno.
Continuare ad incuriosirsi sul quartiere, pensare che alcuni miti ed alcune tradizioni, storicamente determinate, vivano tutt'oggi sotto sembianze velate è un motivo per continuare a scovare il “bello” di san Lorenzo. Nel primo anno di lavoro siamo andati spesso in giro per il quartiere, facendoci guidare da alcuni abitanti che per l'occasione sono state le nostre guide, scoprendo angoli del quartiere inaspettati.
Abbiamo per esempio scoperto che le numerose associazioni presenti nel quartiere sono il frutto di una tradizione di incontri e di “riunioni” fatta da persone che per vari motivi hanno costruito la possibilità di partecipare alla vita sociale del territorio. Tutti i luoghi hanno tradizione, linguaggio e storie specifiche, frutto delle storia e ciò vale anche per san Lorenzo, che è un quartiere pieno di simboli che vale la pena descrivere. Scorgere perciò specificità del quartiere per raccontarle o fotografarle è utile per rendere la “sanlorenzinità” rappresentabile tramite la gente stessa che vive il quartiere come parte della propria identità.
Posiamo immaginare di raccontare il quartiere a chi il quartiere non lo conosce. Viene alla mente il turista, il viaggiatore o comunque a gente di passaggio, ma perché no ad un sanlorenzino stesso! Se è vero che un clima gioviale si respira anche semplicemente passeggiandoci potrebbe essere comunque utile e divertente descrivere alcuni aspetti nascosti pensando di rivolgersi a qualcuno di esterno, che del quartiere si interessa, sia che abiti nei dintorni o meno, ma di cui non sa nulla, a cui va spiegato tutto.
Posiamo immaginare di raccontare il quartiere a chi il quartiere non lo conosce. Viene alla mente il turista, il viaggiatore o comunque a gente di passaggio, ma perché no ad un sanlorenzino stesso! Se è vero che un clima gioviale si respira anche semplicemente passeggiandoci potrebbe essere comunque utile e divertente descrivere alcuni aspetti nascosti pensando di rivolgersi a qualcuno di esterno, che del quartiere si interessa, sia che abiti nei dintorni o meno, ma di cui non sa nulla, a cui va spiegato tutto.
Sfruttando la cultura dell'incontro, che nel quartiere è una tradizione, vogliamo proporci come una guida per chi si interessa ad esplorare il quartiere affinché ne possa apprezzare la storia, la tradizione ed il paesaggio.
Abbiamo per esempio scoperto che le mura aureliane, oltre ad essere un pezzo di storia di per sé, sono cosparse di capperi che fioriscono rigogliosamente nell'estate, offrendo uno scorcio che farebbe gola a molti fotografi o a molti chef. Ecco un esempio anche simpatico di come alcune cose per essere scoperte necessitino di curiosità ed interesse. Attivare una "bottega di scopritori" che settimanalmente si incontrano presso la casa della partecipazione per poter raccontare san Lorenzo ad un potenziale “ospite” del quartiere è la nostra proposta di quest'anno.
Che ve ne pare?
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