Tra le opere architettoniche presenti a San Lorenzo, ancora poco note a causa della mancanza di adeguate politiche di valorizzazione, c’è l’importantissima Porta Tiburtina (o S. Lorenzo) di cui abbiamo già accennato in un altro POST. La rilevanza di questa porta oltre che architettonica è storica: la nostra porta è stata protagonista di decisivi momenti della lunga e affascinante storia della città di Roma.
Nel 403 d.C. l’imperatore Onorio la fornì di un complesso difensivo con una camera di manovra, su cui si affacciano cinque finestre, e con il fronte spalleggiato da due torri rotonde. Nella porta sono ancora evidenti i resti della traccia per la saracinesca, i battenti, le imposte e una iscrizione moderna in marmo dalla parte della città "Bagiando la / S. Croce ci e / cento giorni / d'indulgenza".
Papa Adriano I, nell'ambito della vasta campagna di restauro delle Mura Aureliane da lui promossa, fece costruire un percorso porticato da Porta Tiburtina fino al piccolo borgo sorto intorno alla basilica di S. Lorenzo, che nell'XI secolo verrà fortificato e prenderà il nome di Laurentiopolis. In epoca medioevale la porta era detta Porta S. Lorenzo dall'usanza di denominare le porte dalla basilica alla quale conducevano: l'appellativo è sopravvissuto dando il nome alla strada e all'attuale attraversamento tagliato nelle mura aureliane.
Come dicevamo la porta S. Lorenzo fu luogo di avvenimenti molto importanti come l’assedio del 1084 da parte di Roberto il Guiscardo il quale si presentò improvvisamente con 1.300 uomini ad portam quae sancti Laurentii dicitur, sub aquaeductu juxta Tiberim e grazie alla minore sorveglianza e alla Porta Flaminia aperta, fece irrompere i suoi Normanni in città e liberò Gregorio VII da Castel Sant'Angelo.
Nel 1347, Cola di Rienzo toccò qui l'apogeo della sua potenza, sconfiggendo la superbia della nobiltà romana rappresentata dalla famiglia Colonna. Caddero, infatti, nel fango delle vigne addossate alle mura Giovanni Colonna, suo padre Stefano, Pietro Colonna e Pietro barone di Belvedere, cugino dei Colonna. Giordano Orsini ed il conte di Fondi feriti fuggirono verso Marino, altri scapparono a Palestrina.
Sempre qui nel 1407 i soldati del re Ladislao di Napoli entrarono a Roma per murum fractum inter portam della Donna et portam Sancti Laurentii extra muros costringendo Gregorio XII a mettersi in salvo a Castel Sant'Angelo e qui, un anno dopo, Paolo Orsini guidò le sue truppe versus Terminem et portam Sancti Laurentii extra muros et ibi ante dictam portam fuit magna rissa.
E il 13 gennaio del 1410 alcuni partigiani del re si asserragliarono nella porta e furono attaccati proprio da Paolo Orsini che, schierandosi dalla parte del Popolo romano, li fece attaccare con 3 bombarde e dopo tre giorni di cannoneggiamento questi si arresero.
Questi sono solo degli esempi delle molteplici “avventure” che hanno coinvolto Porta Tiburtina essendo un importante luogo di attacco e di fuga per e dalla città di Roma.
Per approfondire la storia delle vicende che hanno visto come protagonista la “nostra porta” vi suggerisco di navigare verso il sito http://www.medioevo.roma.it/index.htm
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